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Curiosità

Curiosità
La curiosità è un comportamento, un'attitudine, o un istinto, di natura abituale o episodica, caratteristico dell'uomo ma diffuso anche in alcune specie animali, atto a soddisfare un desiderio inquisitivo circa la natura di un oggetto o di un fenomeno. È un aspetto emozionale che, riguardando l'esplorazione, l'investigazione e l'apprendimento, descrive un numero non ben conosciuto e identificato di meccanismi e comportamenti psicologici che hanno come fine il placare l'impulso degli esseri viventi a trarre informazioni e a interagire con l'ambiente.


Considerato un comportamento positivo sia nella scienza che nell'intelligenza, rappresenta un istinto che guida alla scoperta di nuove informazioni, conoscenze, comprensione e consapevolezza, il carburante della scienza e delle discipline dello studio umano, una vera e propria propensione all'interessamento personale verso ciò che incuriosisce.
Il miele è l'unico cibo che non scade mai
Il miele è l'unico cibo che non scade mai: lo stesso miele che è stato sepolto con i faraoni in Egitto è ancora commestibile. Come tutti i paesi Africani, gli Egiziani apprezzavano il miele tanto da conservarlo anche nelle tombe dei Faraoni. Dopo ben 4000 anni, infatti, quando i vasi di miele ermeticamente chiusi vennero aperti, si scoprì che il loro contenuto, sebbene mutato, si poteva dire ancora commestibile.

Perchè ingrassiamo?
Partiamo da un dato incontrovertibile: oggi siamo più grassi di quanto non lo fossimo 100 anni fa. E non solo negli USA, dove l’epidemia di obesi è sconvolgente, ma anche in Italia. Oggi, secondo statistiche del Ministero della Sanità, il 18% degli uomini e il 22% delle donne sono sovrappeso, un problema che non risparmia neppure i bambini, come possiamo notare da noi all’uscita di qualsiasi scuola elementare. Eppure le informazioni non mancano. Da almeno 3 decenni i governi occidentali stilano linee guida molto particolareggiate, usate, tra l’altro, come indicazione per i menu serviti nelle mense scolastiche o lavorative. Non passa giorno senza che i media ci dicano cosa mangiare e cosa no. Ma il problema non è certo rientrato, anzi, da quando i nutrizionisti ci catechizzano con le loro raccomandazioni è addirittura peggiorato. Un paradosso? Colpa delle persone che ignorano i consigli e si abbuffano a dismisura? Oppure sono le raccomandazioni a essere sbagliate, completamente sbagliate. Il ritornello abituale è: mangiate meno e muovetevi di più. Ci dicono che assumendo un numero di calorie inferiori al fabbisogno dimagriamo, viceversa ingrassiamo. E’ la legge della termodinamica. E noi lo facciamo. Si cambia dieta e si corre, anche un’ora al giorno, anche sotto la pioggia (una sorta di autopunizione) e, in effetti, all’inizio perdiamo peso. Con sofferenza ma perdiamo peso. E poi? Dal momento che non si può soffrire all’infinito e le tentazioni ci sono davanti tutti i giorni, crolliamo miseramente. Ed ecco gli attacchi al frigo di notte, quando dimenticate le tabelle del dietologo siamo soli con la nostra trasgressione. Così, i chili faticosamente perduti ci vengono restituiti con gli interessi, tutto da rifare, si riparte da zero. Frustrati, pieni di sensi di colpa, siamo incapaci di affrontare le ire del dietologo. Per lui dipende tutto dalla nostra volontà, e se proprio non vogliamo dimagrire allora è giusto che restiamo ciccioni. Ma questo tessuto adiposo che ci fa tanto soffrire, cos’è precisamente? Semplice, un serbatoio di energia. Quando il corpo ha bisogno di energia la chiede al tessuto adiposo. Se questo scarseggia, segnala il problema al nostro cervello che riceve lo stimolo della fame e ci spinge a mangiare. Se mangiamo troppo, i grassi in eccesso vanno nel tessuto adiposo per utilizzi futuri. E cala il senso di fame. Aumentando il movimento (es. correndo), aumenta il fabbisogno di energia e quindi anche l’appetito. Allora perché una persona sovrappeso ha fame? Non dovrebbe semplicemente consumare il tessuto adiposo e smettere di mangiare? Dovrebbe, ma non è così automatico. L’equilibrio tra consumo di tessuto adiposo e stimolo dell’appetito è regolato dagli ormoni. In particolare, è l’insulina che governa il deposito di grasso, e in alcuni casi l’eccessivo consumo di carboidrati raffinati (assenti, ricordiamolo, nella dieta dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori qualche millennio fa) provoca un aumento del livello di questo ormone, che ha il compito di favorire l’assorbimento di glucosio da parte delle cellule. Quando l’insulina è troppa, le cellule possono diventare insulino-resistenti, cioè smettono di assorbire il glucosio, allora aumenta l’insulina prodotta e insieme l’appetito, perché le cellule hanno comunque bisogno di energia. In altre parole, mangiano e allo stesso tempo depositiamo nuovo tessuto adiposo, un po’ come se la spia della riserva fosse sempre accesa: continuiamo a far benzina mentre il serbatoio è sempre più pieno. Come dire che non ingrassiamo perché mangiamo troppo, ma mangiamo troppo perché ingrassiamo. E quindi? Bisogna interrompere il circolo vizioso e fare in modo che il corpo produca meno insulina, così, il grasso in eccesso può finalmente essere consumato. Se evitiamo di mangiare troppi carboidrati raffinati, e proviamo a soddisfare l’appetito con più proteine e grassi (possibilmente di origine animale, tanto sappiamo che non sono pericolosi per il cuore) il peso in eccesso inizia a diminuire. Senza fare la fame, cioè, senza ridurre drasticamente la quantità di cibo ingerito. E stiamo così bene, liberi dai problemi digestivi, che seguitiamo questo regime anche una volta raggiunto il peso forma. Nonostante le linee guida ufficiali suggeriscano ancora di mangiare meno e muoversi di più, il passaparola entusiasta di chi ha sperimentato il regime high fat ha permesso a molti super obesi di riacquistare la forma perduta, ma anche cose altrettanto importanti come la serenità e la fiducia in se stessi.

Perchè si dice: "Cuocere a bagnomaria"?
L’idea di un recipiente con acqua scaldata in cui immergere quello con il cibo, senza esporlo all’azione diretta della fiamma, avrebbe origini bibliche. A usare per prima questo processo sarebbe stata la sorella di Mosè e Aronne, Myriam (Maria in egiziano).
Perchè si dice: "Canta che ti passa"?
"Canta che ti passa" è un modo di dire molto diffuso nella lingua italiana colloquiale. E' un invito a non spaventarsi e a curare le preoccupazioni e i timori con il canto. L'espressione pare sia stata incisa su una trincea durante la prima guerra mondiale da un soldato il cui nome non è sconosciuto: l'ufficiale e scrittore Piero Jahier la trascrisse come epigrafe di una raccolta di Canti del soldato (Milano, 1919). Jahier nella prefazione firmata con lo pseudonimo di Pietro Barba, parla del «buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina: canta che ti passa». In realtà, ai giorni nostri, la musica è entrata a far parte di tutti i campi della vita sociale, ma almeno la varietà dei generi musicali non manca. La musica, dunque, rappresenta il mezzo per eccellenza attraverso cui si trova il relax ed è anche il modo più adatto per esprimere le emozioni che non si riescono a descrivere concretamente. La musica è usata anche in campo medico: infatti è un ottimo elemento per tenere in contatto il conscio con l'inconscio perché essa è un mezzo di comunicazione che arriva anche dove le parole sembrano inaccessibili. In realtà sin dall'antichità la funzione terapeutica del canto è nota, e ha ispirato miti come quelli del cantore Orfeo.

Tra moglie e marito...
1. Se ti sposi, te ne pentirai. Se non ti sposi, te ne pentirai lo stesso.
2. Bigamia significa una moglie di troppo. Monogamia anche.
3. Se gli uomini sapessero come passano il tempo le donne quando sono sole, non si sposerebbero.
4. Non sposerei mai un uomo disposto a sposare una donna brutta come me.
5. Il matrimonio è una grande istituzione, ma io non sono pronta per un'istituzione.
6. Non sono contraria al matrimonio, ma mette fine a un sacco di cose alle quali sono favorevole.
7. Non sono contrario al matrimonio, ma trovo che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi.
8. L'amore è una cosa ideale, il matrimonio una cosa reale; non si confonde impunemente il reale con l'ideale.
9. Dal punto di vista biologico, per un uomo e una donna vivere continuativamente insieme è una condizione estremamente innaturale.
10. Non sappiamo che cosa fanno in Paradiso, ma sappiamo che cosa non fanno: non si sposano.
11. Se la solitudine ti fa paura, non sposarti.
12. Un uomo che non si è ancora sposato è incompleto. Poi è finito.
13. Il matrimonio può essere come un lago in tempesta, ma il celibato è quasi sempre una pozzanghera di fango.
14. Quando sei stufo di te stesso, sposati e stufati di qualcun altro.
15. Il matrimonio è una comunità costituita da un padrone, una padrona e due schiavi, il che fa in tutto due persone.
16. Ciò che Dio ha creato diviso, perché l'uomo dovrebbe unirlo?
17. Il miglior marito per qualsiasi donna è un archeologo: più lei invecchia più lui la trova interessante.
18. Sposatevi in ogni caso: se vi capita una buona moglie, sarete felici; se ve ne capita una cattiva, diventerete filosofi.
19. Se le coppie sposate non convivessero, i matrimoni felici sarebbero molti di più.
20. La lunghezza di un matrimonio è inversamente proporzionale ai soldi spesi per le nozze.
21. La ragione per cui mariti e mogli non si capiscono è che appartengono a sessi diversi. I matrimoni infelici sono tutti colpa dei mariti che hanno un cervello.
22. Non sentirti in colpa per quello che hai pensato di tua moglie; lei ha pensato molto peggio di te.
23. Chi russa si addormenta per primo.
24. Ci sono due tipi di omicidi: quelli seri e quelli in cui un marito ha soltanto ucciso sua moglie.
25. Per far felice la propria moglie: A-Fatele pensare che potrà fare tutto quel che vuole. B-Fateglielo fare.
26. È altrettanto difficile vivere con la persona che si ama che amare la persona con cui si vive.
27. Quando tutto il resto fa fiasco, prova a fare come dice tua moglie.
28. In ogni coppia sposata c'è almeno un idiota.
29. È solo quando inciampi nelle tue scarpe che incominci a mettere a posto le scarpe.
30. Non c'è modo di scoprire come mai chi russa non si sente russare.
31. Non far sapere a tuo marito che tu sei migliore di lui.
32. Una coppia sposata è bene assortita quando entrambi i coniugi sentono il desiderio di litigare nello stesso momento.
33. Se chiedi a tuo marito di comprare cinque cose e poi ne aggiungi una all'ultimo momento, lui si dimenticherà due delle prime cinque.
34. Le istantanee che scatti tu a tuo marito sono sempre più lusinghiere di quelle che scatta lui a te.
35. In qualsiasi maniera ti sei messa d'accordo con tuo marito per la divisione dei lavori di casa, i suoi saranno più facili.
36. Se ti capita di incontrare un'ex fidanzata, anche con tutta l'innocenza di questo mondo, tua moglie lo saprà prima che tu torni a casa.
37. I regali che fai a tua moglie non sono mai azzeccati quanto i regali che fa il tuo vicino a sua moglie.
38. Il guardaroba di tua moglie si espande fino a occupare tutti gli armadi disponibili.

Ho visto
Ho visto un binario morto che aspettava di essere sepolto.
Ho visto un cartello per la strada con scritto: Esso a 1200 m, ma lui non sono riuscito a vederlo.
Ho visto un gallo puntare una sveglia per paura di essere licenziato.
Ho visto gatti neri rincorsi da cani razzisti.
Ho visto genitori molto attempati mettere al mondo dei nipoti.
Ho visto firmare assegni circolari con un compasso.
Ho visto astronauti al ristorante chiedere il conto alla rovescia.
Ho visto un atleta mangiare 2 primi 3 secondi e 4 decimi.
Ho visto un caffè fare un errore ed essere corretto con la grappa.
Ho visto dei cannibali leccarsi le dita e dire: era una persona veramente squisita.
Ho visto un contadino soffiarsi il naso nel suo fazzoletto di terra.
Ho visto diabetici morire in luna di miele.
Ho visto donne talmente affezionate al loro marito da usare quello delle loro amiche.
Ho visto un uomo riportare una leggera ferita al suo legittimo proprietario.
Ho visto una cicala ereditare una fortuna da una formica morta di stress.
Ho visto donne conservare in frigo il terziario avanzato.
Ho visto gondole cambiare canale con il telecomando.
Ho visto un libro con l'indice fratturato.
Ho visto lenti da sole in cerca di compagnia.
Ho visto una moschea piena di zanzare.
Ho visto pescatori morire di fame perché non sapevano che pesci pigliare.
Ho visto un uomo con un occhio pesto e uno ragù.
Ho visto un'attrice diventare porno per aver preso tutto sottogamba.
Ho visto una porta chiudersi in un ostinato mutismo.
Ho visto preti guariti negare di essere stati curati.
Ho visto un grande regista girare l'angolo.
Ho visto la Madonna di Fatima andare in vacanza a Lourdes.
Ho visto sci con attacchi epilettici.
Ho visto servizi segreti con la tazza nascosta dietro al bidet.
Ho visto un topo d'appartamento inseguito dal gatto delle nevi.
Ho visto un torero incornato dal marito di una entraineuse.
Ho visto un verme battersi per farsi chiamare single e non solitario.
Ho visto canguri aver le tasche piene dei loro figli.
Ho visto animali in via di Estinzione cambiare indirizzo.

Perché OK vuol dire tutto va bene?
L’origine di questa popolare forma verbale risale probabilmente alle truppe statunitensi, durante la Seconda guerra mondiale. Quando un reparto andava in missione, al suo ritorno doveva segnalare le eventuali perdite in vite umane. Se tutti i militari rientravano alla base, il comandante faceva rapporto ai suoi superiori usando l’acronimo O.K. come abbreviazione di “Zero Killed”, ovvero nessun (militare) ucciso. La sigla ha quindi incominciato ad assumere il significato di conferma positiva, equivalente al modo di dire “Tutto va bene”. Al contrario, la sigla K.O. è nata nel mondo del pugilato ed è l’abbreviazione della forma inglese “Knock Out”, che significa “Fuori Combattimento”.

Perchè i baci sul collo fanno venire i brividi?
I baci scatenano reazioni chimiche e fisiologiche sia in chi li dà sia in chi li riceve. Su zone particolarmente sensibili del nostro corpo, come il collo, qualsiasi contatto viene interpretato come una “invasione”, che scatena una reazione adrenalinica, facendo contrarre i bulbi piliferi e rizzare i peli. Si tratta quindi di una risposta a quello che il nostro corpo percepisce come uno stress. Il collo è ricco di terminazioni nervose, e per questo è particolarmente reattivo agli stimoli fisici. In particolare, la zona posteriore, a 2-3 cm sotto la base del cranio, viene definita anche “punto dì abbandono”: è qui che si accumulano le tensioni dovute al lavoro, allo studio e anche a una postura scorretta. Quando è stimolato in modo adeguato, per esempio con baci e carezze, il punto di abbandono si “scioglie”, e la persona percepisce una sensazione di rilassa risposta mento ma anche di eccitazione. Questa sensazione positiva non ha però una base fisiologica, ma deriva piuttosto dal fatto che la nostra mente associa a quella particolare reazione un’idea e un’esperienza di piacere.

Perché il primo giorno di aprile è dedicato agli scherzi?
Fino al XVI secolo, in Francia, il primo giorno dell’anno era il 25 marzo. I festeggiamenti culminavano il 1° aprile con banchetti e scambi di doni. Nel 1564 re Carlo IX decise di adottare il calendario gregoriano, e di spostare il capodanno al 1° gennaio. Ma alcuni sudditi non accettarono il cambiamento. Ben presto i loro concittadini iniziarono a sbeffeggiare l’usanza e ogni anno, in occasione del 10 aprile, inviavano ai “tradizionalisti” regali burla o li invitavano a feste fantasma. Poiché in quel periodo dell’anno il Sole abbandona il segno zodiacale dei pesci, le vittime degli scherzi furono chiamate “pesci d’aprile”.

Se bevo un litro aumento di un kg?
La correlazione tra il peso di ciò che si mangia e l’aumento di peso corporeo a fine pasto è valida solo nei primi mesi di vita: se un lattante di 5 kg mangia 250 g di latte, alla fine della poppata peserà circa 5.250 g. Ciò avviene perché il neonato è quasi immobile, consuma poche energie e, assumendo solo liquidi, mette in moto processi digestivi limitati. Per un adulto, invece, l’aumento di peso alla fine del pasto deve essere approssimato per difetto. Anche mangiando, infatti, si con- stimano calorie, per esempio attraverso la masticazione e l’attivazione dei meccanismi della digestione. I parametri variano da persona a persona (peso e ampiezza della superficie corporea) e a seconda della situazione (movimento e temperatura ambientale per la traspirazione). In linea di massima, salendo sulla bilancia dopo aver mangiato 500 g di pasta, si potrebbe notare un incremento di 350/400 g circa. Tale aumento dura comunque poco tempo, perché parte dell’acqua contenuta nel cibo viene eliminata subito con l’urina mentre soltanto i nutrienti, soprattutto i grassi, determinano il reale aumento di peso.

Cosa sono i paradisi fiscali?
Oltre a decine di Paesi in tutto il mondo, sono considerati paradisi fiscali, seppure atipici, la Svizzera, il Lussemburgo e la Città del Vaticano. Le tracce delle operazioni finanziarie che avvengono nelle banche di alcuni di questi Paesi vengono cancellate nel giro di qualche ora. I cosiddetti paradisi fiscali sono microterritori o Stati le cui legislazioni fiscali sono volutamente permissive o addirittura inesistenti, e dove l’imposizione fiscale è quasi ridotta a zero. Inoltre in questi Paesi (detti anche off-shore) sono in vigore barriere (a volte invalicabili) per le richieste di informazioni che giungono da amministrazioni straniere. L’embrione dei paradisi fiscali sono stati, nel XIX secolo, i porti e le isole caraibiche dove potevano trovare rifugio le navi dei grandi imperi europei. Gli ultimi 30 anni di liberalizzazione finanziaria, che ha incoraggiato l’assenza di controllo sui movimenti di capitale su scala internazionale, ha fatto crescere vertiginosamente il numero dei paradisi fiscali. Attualmente vengono considerati paradisi fiscali le seguenti località: Andorra, Anguilla, Antigua e Barbuda, Aruda, Bahamas Bahrein, Barbados, Belize, Isole Vergini britanniche, Guemesey, Isole Cook, Dominica, Gibilterra. Grenada, Isola di Man, Jersey, Liberia, Liechtenstein, Maldive, Isole Marshall, Monaco, Montserrat, Nauru, Antille olandesi, Niue, Panama, Saint Kitts e Nevis, Saìnte-Lucie, Saint Vincent e Grenadine, Samoa occidentali, Sevchelles, Tonga, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini americane, Vanuatu.
Traffici illeciti: nei soli paradisi fiscali europei sono registrate quasi 700 mila imprese. Il giro di affari annuo è di oltre 1.800 miliardi di dollari, di cui almeno il 40% proveniente da traffici illeciti, come traffico d’armi e finanza occulta legata alla droga o al terrorismo; il 45% frutto di “pianificazione fiscale” o evasione fiscale, il 15% da finanza “politica” (i tesori e tesoretti dei vari dittatori del Terzo mondo, i fondi della cooperazione internazionale stornati da governi e o funzionari corrotti).

Perchè si dice "avere le corna"?
L'espressione "avere le corna" o più semplicemente l'espressione "cornuto", accompagnata dal classico gesto delle corna, oltre ad essere una delle offese più comuni, è spesso utilizzata per indicare qualcuno che è stato tradito.
L'origine di questo modo di dire trova le proprie radici nella mitologia.
Si narra infatti che nell'isola di Creta, la regina Pasifae, moglie del Re Minosse fosse molto restia ad avere rapporti sessuali.
Fu così punita da Afrodite, Dea dell'Amore, che la rese totalmente dipendente del sesso, praticamente una ninfomane.
Dopo essere stata allontanata dal marito Minosse, preoccupato di perdere la corona, in una zona sperduta ed insolita di Creta, pur di soddisfare il suo bisogno si invaghì di un toro e pur di consumare l'atto chiese a Dedalo di costruirle una struttura a forma di mucca.
Dalla loro unione nacque il famoso Minotauro e contestualmente l'abitudine degli abitanti dell'isola di salutare Minosse con il gesto delle corna, per ricordargli che era stato tradito anche con un toro.

Perchè si dice: "Il gioco non vale la candela"?
Il gioco non vale la candela è un'espressione idiomatica della lingua italiana. La locuzione è utilizzata quando si vuole esprimere la propria riluttanza a compiere un sacrificio che non farà ottenere un utile proporzionato. Questa espressione è di origine medievale (del XVI secolo secondo altre fonti). A quei tempi era necessario usare candele o lampade ad olio per qualunque attività notturna e il costo delle candele, specialmente per le classi sociali più basse, poteva diventare una spesa considerevole. Era quindi consuetudine, per i giocatori di carte, lasciare una piccola somma (o a volte una vera e propria candela) al proprietario della casa che li ospitava o all'oste della locanda. Il modo di dire si diffuse rapidamente tra i giocatori d'azzardo, per indicare partite in cui si era perso molto denaro o nelle quali le vincite erano state così basse da non coprire nemmeno la piccola spesa lasciata per la candela

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